Visita di lusso per la Sezione di Pordenone che dopo quattro anni ha l’onore di ospitare nuovamente il
Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi. In una sala gremita, più di 200 i presenti, non solo associati pordenonesi e delle altre sezioni friul-giuliane ma anche autorità sportive e civili quali Sergio Bolonzello Vicepresidente della Regione, Claudio Pedrotti Sindaco di Pordenone, Eligio Grizzo Vicepresidente della Provincia, Giancarlo Caliman Consigliere del Comitato regionale LND e Delegato CONI per Pordenone e Giorgio Antonini Delegato provinciale LND. Naturalmente presenti anche il Presidente Massimo Della Siega e i Componenti CRA Friuli Venezia Giulia, i dieci Presidenti di Sezione, i Mentor, i Componenti del Settore Tecnico e il Componente CAN PRO Gabriele Gava.
Marcello Nicchi coinvolge la platea dal primo all’ultimo minuto trattando argomenti che toccano il nostro mondo a tutto tondo. L’AIA oggi non è più solo un’associazione di servizio per il gioco del calcio, oggi è a tutti gli effetti un’associazione culturale in grado di fornire quel
servizio etico di comportamento di fondamentale importanza soprattutto per i piccoli centri. “La nostra è
un’associazione di legalità che ha dato lo slancio alle persone per bene che si riconoscono in ogni ambito della vita”.
“Il nostro - continua il Presidente - è un mondo composto da ragazzi che conoscono le regole e le rispettano, non c’è prepotenza e arroganza ma persone serie che lavorano tutti i giorni”. “Dove non c’è libertà, c’è violenza e sopraffazione ma dove ci sono regole e cultura funziona tutto al meglio. I ragazzi che a 15 anni decidono di scendere in campo fanno una cosa eccezionale: decidono.
Sbagliando a volte, ma il coraggio di decidere è innegabile”.
Il Presidente si sofferma poi a parlare delle varie fasi che compongono il “nostro essere arbitro”, che non si limita al solo terreno di gioco. Il primo tempo l’arbitro lo deve giocare nel momento in cui riceve la designazione, è qui che inizia la gara, nel momento in cui si accetta e si è pronti a svolgere il proprio
mandato. Il secondo tempo è quello della partita vera e propria, è qui che si vince o si perde. Arrivare sereni al campo è il primo biglietto da visita, questo significa disporre del tempo necessario per parlare con la terna, ispezionare il campo, prepararsi con calma in spogliatoio e dare le disposizioni. È il momento del qui e ora: “Ora si gioca, ora si arbitra”. C’è solo un aspetto infatti in cui l’arbitro non può permettersi di sbagliare, non può dire “non me l’aspettavo”, non può farsi cogliere impreparato. Il terzo tempo corrisponde a quello in cui, finita la gara, si ascolta l’osservatore. Nella vita bisogna imparare ad ascoltare, altrimenti si va fuori tema, sempre.
Infine un appello e un augurio: “Vi vedo con una divisa che rappresenta la nostra posizione. Il nostro compito è enorme, difenderla da chi non ama lo sport, la passione e la legalità. Auguro a tutti i Presidenti di sentirsi genitori di questi ragazzi”. A nome di tutti i presenti:
grazie Presidente!
Clicca
qui per vedere le foto della serata.
Ⓒ Caterina Pitelli